Sono 12 gli studenti del Liceo Marconi, Istituto Fanno e Istituto Da Collo che hanno iniziato il percorso di formazione per diventare Peer Educator digitali e nel prossimo anno scolastico incontreranno gli alunni delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado per affrontare il tema del corretto utilizzo del web e dei social.
Nel Comune di Conegliano il progetto si inserisce nel proficuo lavoro di rete portato avanti dalla Rete interistituzionale Benessere a Scuola e dai Progetti “Protetti in Rete” e “Con la testa nella Rete” attivi in tutte le scuole del territorio comunale già dall’anno 2013.
L’idea guida è quella di utilizzare la metodologia educativa di “Peer Education” che rende protagonisti i giovani stessi nel trasferire informazioni, consigli, suggerimenti ai loro coetanei di qualche anno più piccoli.
I Peer Educator, supportati da un formatore e dagli educatori del Progetto Giovani realizzeranno inoltre dei videoclip destinati agli studenti e ai giovani in generale sugli aspetti più significativi riguardanti l’uso consapevole del web.
Il progetto continuerà nell’a. s. 2023/2024 con un’attività sperimentale di formazione di Peer Educator Junior che coinvolgerà gli alunni delle terze medie.
Questa attività arricchisce quanto già realizzato negli anni grazie alla collaborazione tra il Progetto Giovani di Conegliano, l’Associazione “Protetti in Rete” e il Team “bullismo-cyberbullismo” della Rete interistituzionale Benessere a Scuola.
L’intervento è inserito nel Piano regionale di Intervento in materia di Politiche Giovanili RE.TE. GIO-VE (Dgr 1549/2021 e Dgr 840/2022) nell’area 2 “Prevenzione disagio giovanile”.
Gianbruno Panizzutti – assessore alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili del Comune di Conegliano:
“La ‘peer education’, o educazione tra pari, è un approccio educativo che utilizza le relazioni tra persone della stessa età o esperienza per trasmettere informazioni e competenze. Abbiamo pensato di aggiungere questa attività alle già numerose azioni che da anni stiamo mettendo in campo per divulgare le buone pratiche per un corretto e consapevole utilizzo di internet e dei social network, al fine di contrastare alcuni fenomeni purtroppo dilaganti quali il cyberbullismo, il sexting e il catfish.
Ferma restando la necessità di continuare a proporre anche tutta una serie di attività tramite l’intervento di professionisti che operano nel campo informatico, relazionale e legale, siamo convinti che la ‘peer education’ in questo campo sia particolarmente adatta, questo perché i giovani sono certamente più propensi ad ascoltare i loro coetanei, sentendosi maggiormente compresi, vicini alle comuni esperienze e condividendo le stesse preoccupazioni e sfide”.